L'agenzia del territorio fa la radiografia del mattone italiano: 66 milioni di immobili con una rendita di 37 miliardi

 

Car sharing e baby sitter condominiali, orti sui tetti, gruppi d’acquisto: soluzioni abitative che mettono in comune spazi e servizi, dove i rapporti sociali vanno oltre quelli di buon vicinato. è la casa nell’era dell’economia collaborativa, che parla il linguaggio della condivisione, dello scambio e del consumo consapevole.

Buone pratiche – già consolidate in nord europa e che ora contano già numerosi casi di successo in italia – al centro di experimentdays (www.experimentdays-milano.it), la fiera-evento che si è tenuta a milano l’11 e 12 ottobre – con il patrocinio del comune di milano e dell’ordine degli architetti della provincia di milano.

 

“L’abitare collaborativo è una scelta che contrasta con il sempre più diffuso individualismo e mette in gioco fattori che superano la sfera sociale – ha raccontato a idealista news alessandro maggioni, presidente di federabitazione-confcooperative – infatti lo scambio strumentale dei servizi condivisi non è ispirato esclusivamente dalla solidarietà, anzi, è il punto di partenza per la creazione di una rete, di persone, idee e soluzioni”

 

Experimentdays ha offerto ai visitatori l’opportunità di incontrare ed esplorare le eccellenze già raggiunte e le start up più promettenti nel campo dell’abitare collaborativo, con l’obiettivo ultimo di suggerire nuovi modi di abitare la città, esporre modelli di vita che approfondiscano le relazioni sociali, creare reti che diffondano la conoscenza e la pratica dell’abitare collaborativo e offrire strumenti per facilitarlo.